Voucher vs Povertà #piùlibertà #ipocrisiazero #programma #civicamazzoli
La povertà non è solo mancanza di soldi e di benessere materiale ma anche l’impossibilità di accedere ad un adeguato livello di educazione e di risorse sanitarie, l’assenza di una vera rappresentanza, l’impossibilità di decidere liberamente della propria vita.
In questo campo, i socialisti di un tempo danno lezione a quelli di oggi. “Esigere semplicemente il mantenimento, a spese dello Stato, di tutti i disoccupati, non vuol dire solo rinviare alla greppia dello Stato tutti coloro che non possono trovare lavoro, ma anche tutti quelli che non vogliono trovarlo. Non vi è bisogno di essere anarchici per trovare esagerati questi eterni appelli allo Stato. Noi ci vogliamo attenere al principio che il proletariato moderno è molto povero, ma non mendicante” (Socialismo e socialdemocrazia, 1899, Eduard Bernstein, maggior esponente del socialismo riformista).
Fino ad ora Seneca, società partecipata dei servizi alla persona, esterna al Consiglio comunale ed estranea ai cittadini, si è occupata della gestione di servizi rivolti alle persone più bisognose di Persiceto e Decima.
La prima condizione per capire quale sia il modo migliore per combattere la povertà e l’esclusione è quella di verificare quanto è stato effettivamente realizzato in termini di utilità, effetti, costi, benefici o anche sprechi.
I dati disponibili non consentono però di valutare l’attività svolta e i risultati conseguiti dato che la giunta uscente – nonostante sia espressamente previsto dallo Statuto comunale e in barba alle nostre richieste e mozioni – non ha mai voluto riferire al consiglio comunale sulle attività e sugli obiettivi conseguiti da Seneca.
Questo aspetto è cruciale nel ripensare a strumenti migliori e innovativi per affrontare un tema così urgente e delicato come quello delle povertà, anche in considerazione della necessità di recuperare un rapporto diretto e responsabile tra singolo cittadino e comune.
Di qui l’esigenza di un voucher per combattere le povertà dando vita a una nuova politica sociale fondata sulla libertà e sulla dignità dell’individuo, che è l’opposto del reddito minimo garantito.
Il voucher che qui si propone è una dotazione finanziaria che sulla base di un progetto personalizzato verrà assegnata alla persona in reale e documentata difficoltà allo scopo esclusivo di consentirle l’acquisto servizi utili a soddisfare le sue esigenze primarie, promuovere le capacità individuali, sviluppare l’autonomia economica.
Con il voucher ad accesso individuale la persona sceglie in piena autonomia quelle strutture in grado di offrirgli i servizi più efficaci, in termini di tempi, costi e qualità, avviando da subito un percorso responsabile di inclusione.
Non più esclusivo interprete dell’interesse generale, contro l’erogazione burocratizzata di denaro pubblico e interventi che aumentano la dipendenza e il parassitismo, con il voucher il Comune afferma il diritto di ogni persona all’autonomia di scelta e alla collaborazione reciproca e allo stesso tempo crea le condizioni per misurare e rendere trasparenti a tutti i cittadini i risultati ottenuti dal punto di vista dei costi, dell’efficacia e dell’impatto sociale.