Terzo settore Proposta di riforma condivisa del terzo settore, bocciata dal Sindaco e dalla sua maggioranza. NO anche a riferire sui risultati dei loro regolamenti.
Terzo di nome, ma primo di fatto per numero di organismi coinvolti. Almeno 221 gli enti iscritti nell’elenco comunale dell’ELFA (Elenco delle Libere Forme Associative). Il fatto che a San Giovanni in Persiceto il terzo settore sia ormai un gestore imprescindibile del welfare comunale è una conferma eloquente del processo di esternalizzazione dei servizi pubblici in corso da anni.
Fin dall’inizio della consiliatura, l’amministrazione comunale ha preteso di omologare un mondo sempre più variegato e dinamico tramite la regolamentazione a tappeto delle consulte, dei beni e degli spazi riservati al terzo settore. Emblematiche le modifiche apportate alla Consulta per l’ambiente dove sono state defenestrate le minoranze ed esclusi i singoli cittadini per regolamento. Una iper regolamentazione calata dall’alto (top down), basata sul binomio amministrazione comunale – privato sociale, che rischia nei fatti di capovolgere il principio costituzionale di sussidiarietà.
Dopo un quinquennio di erosione degli spazi di libertà individuale, è tempo di avviare una fase costituente del terzo settore basata sulla partecipazione attiva della cittadinanza. A tale riguardo, due sono le condizioni che vanno previamente soddisfatte. La prima condizione è che sia ripristinata la necessaria trasparenza dell’azione amministrativa. In Consiglio comunale si è parlato spesso del terzo settore, ma non si è mai deliberato nessun resoconto su risultati fin qui ottenuti. La seconda condizione è che il principio di sussidiarietà muova dal basso verso l’alto (bottom up). Perché ciò avvenga occorre tracciare un confine netto tra Ordinamento Comunale e Ordinamento del terzo settore, ponendo fine alle invasioni di campo e alle ingerenze che si frappongono alla libertà di azione individuale.
Pertanto, si invita il Consiglio comunale a deliberare:
- L’impegno del Sindaco e della Giunta a presentare una relazione sui risultati effettivamente conseguiti dai regolamenti sul terzo settore, da discutere in un Consiglio comunale straordinario (art.22 Statuto comunale) in seduta aperta ai cittadini con diritto di parola (art.41 Regolamento Consiglio comunale).
- Di avviare un percorso partecipato sul terzo settore, verso la sperimentazione di un forum locale libero, autonomo e democratico, così come previsto dallo Statuto comunale.