Sangio non è Pechino Sintomatica la perdita di più di 2 ettari di superficie produttiva
72 anni dal secondo dopoguerra, 23 febbraio 00:12. Nell’atmosfera sinistra della grande sala su Piazza del Popolo, tutti i delegati di Impegno Comune in religioso silenzio insieme ai superstiti del PD approvano il secondo bilancio preventivo della nuova era del cambiamento.
Nella democrazia socialcomunista il dissenso non è gradito. Sul fondo quasi nessuno tra il pubblico. Un voto soltanto è contrario.
Partito unico della spesa corrente: 24.834.980,37€ per assicurare la continuità del socialcomunismo con caratteristiche persicetane.
L’impegno comune è assumere il controllo di tutte le aree del paese. Tramite il Comune onnipotente, saranno le società partecipate a dare nuovo impulso al socialismo di mercato. Nella transizione, anche tutte le Consulte verranno sottoposte all’amministrazione. Cultura, sport e ambiente per una società moderatamente prospera fondata sul bene comune. Alle nuove contraddizioni sociali si potrà far fronte con il volontariato e la solidarietà imposta dal Comune.
Comunque vada, l’amministrazione non vuole sorprese. Più 500 mila euro di spesa rispetto all’anno precedente (e, se serve, un altro milione entro fine anno). Aumentano pure le telecamere di sorveglianza. È altresì necessario intensificare la rieducazione tramite il lavoro forzato nella raccolta porta a porta. Infine, niente più ingiunzione fiscale, la riscossione coattiva è affidata all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Ma Sangio non è Pechino. Il popolo sarà anche felice di lavorare un altro anno per pagare i costi del loro bilancio, ma la disoccupazione non è mai stata ai livelli di oggi. Sintomatica la forte riduzione della superficie ad uso produttivo. Da 594.925mq a 570.089mq: meno 24.836mq nell’ultimo anno. Una perdita di più di 2 ettari, equivalente a 4 campi da calcio in un solo anno.
Insomma, nel bilancio 2018 c’è l’impegno a spendere di più nella continuità, ma non è una bella novità. Dopo la finta ripresa del cambiamento, è iniziata la vera retromarcia.