San Giovanni è in ripresa? La verità dei numeri sulla disoccupazione a Persiceto
Ciò che più conta per capire il fenomeno della disoccupazione è il numero di chi il lavoro non ce l’ha.
I confronti vanno fatti sul lungo periodo considerando i valori assoluti, poiché quelli espressi in percentuale sono spesso abusati.
Dai picchi massimi dell’occupazione del 2008 ai minimi del 2013 (in Italia sono stati persi circa 1 milione di posti di lavoro), fino al 2014 dove secondo gli analisti la tendenza si sarebbe invertita, complice un rimbalzo della congiuntura economica, i numeri della disoccupazione a San Giovanni in Persiceto mostrano un andamento negativo.
Nella nostra analisi ci si avvale della serie storica dei dati del Centro per l’impiego (CPI-SILER), gli unici finora disponibili su base comunale, con l’avvertenza che sono al netto dei disoccupati nascosti come i cassaintegrati e i lavoratori in mobilità che per le statistiche italiane risultano occupati.
Nel 2008, erano 1.312 i senza lavoro (coloro che hanno dato la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro, DID, al Centro per l’impiego).
Nel 2014, i senza lavoro sono arrivati a 2.384.
1.072 persone senza lavoro in più, un incremento dell’81,7% in sei anni.
Tra i senza lavoro, nel 2008 c’erano 1.048 disoccupati (coloro che hanno perduto un lavoro e ne cercano un altro).
Nel 2014 i disoccupati sono 2.152. Nel sessennio 1.104 disoccupati in più, il 105,3% in più.
Nel 2008, erano 411 le persone over 45 senza lavoro, mentre nel 2014 arrivano a 1.017, + 606, +147,4%.
Troppi giovani fino a 34 anni che non trovano lavoro (502 nel 2008, 781 nel 2014), non lo meritano.
Quanto poi alla supposta inversione di tendenza 2013-2014 a San Giovanni proprio non si vede. I senza lavoro aumentano di 189 unità (da 2.195 a 2.384), i disoccupati aumentano di 207 unità (da 1.945 a 2.152), gli over 45 senza lavoro aumentano di 37 unità, da 980 a 1.017.
Senza una crescita stabile di almeno il 2% è praticamente impossibile che si crei nuova occupazione.
Di questo passo si conferma anche il preoccupante monito del Fondo monetario internazionale all’Italia: 20 anni per tornare ai livelli di occupazione pre-crisi.