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Persiceto è un paese sicuro? Decima è un paese sicuro? Insomma, viviamo in un paese sicuro oppure no?
No, pare, per i 379 cittadini firmatari (in poco più di un mese) della petizione “più controlli preventivi sul territorio”, “impauriti dal crescente peggioramento delle condizioni di sicurezza diurna e notturna della propria cittadina, vessati, raggirati da falsi invalidi, da accattoni molesti, da zingari insistenti, scippati da ladruncoli, rapinati nelle proprie abitazioni, spettatori di atti vandalici”.
Idem per 710 decimini che hanno sottoscritto la petizione “Una firma per la sicurezza di San Matteo della Decima” dove si chiedevano più telecamere e più controlli in paese.
Anche i dati dell’ultimo rapporto “Bes” dell’Istat che vedono l’Emilia-Romagna e Bologna (come capoluogo) in testa alle classifiche dei reati vanno nella stessa direzione.
Di parere opposto, invece, l’ex sindaco, il vicesindaco e la giunta dimissionaria impegnati a spegnere gli allarmismi: “oggettivamente sul nostro territorio gli atti delittuosi sono un numero inferiore rispetto ad altre zone dell’area metropolitana”, ma i numeri ufficiali non li hanno mai dati, quando solo una conoscenza di tipo scientifico della cifra dei reati può garantire una reale valutazione della sicurezza.
Nella vita reale, sentirsi insicuri, temere per la propria incolumità personale condiziona negativamente la liberà personale, la qualità della vita e lo sviluppo del territorio. Subire un crimine può causare una perdita economica, un danno fisico e un danno psicologico. Viceversa, una percezione positiva e la sicurezza nella vita quotidiana sono dimensioni cardine costruzione del benessere individuale e collettivo.
Quindi, per cortesia, invece di ripetere il solito ritornello degli allarmismi, è ora di fare i conti con la realtà dei fatti. Perché conoscere la situazione è prerequisito di qualsiasi politica di miglioramento sociale, indispensabile per pianificare interventi concreti.
Insieme alla tolleranza zero e ai volontari sul territorio, noi civici ci impegniamo a istituire il Servizio Osservatorio Sicurezza (S.O.S), un sistema informatizzato di monitoraggio e controllo delle denuncie, dei reati e degli altri fattori (come il degrado, le mancate denuncie e il tipo di controlli) collegati alla percezione della sicurezza del nostro territorio.
Con la regia del Comune in collaborazione con le forze dell’ordine, la polizia municipale, le istituzioni e le imprese, S.O.S. per promuovere la cultura della legalità e prevenire infiltrazioni malavitose/mafiose.
Appurare i fatti e poi agire. Lo diceva già Aristotele e resta vero anche oggi. Solo con i dati alla mano si hanno i criteri per muoversi, programmare e progettare in modo non casuale.
S.O.S. consentirà al singolo cittadino di conoscere la verità dei fatti sui cui maturare la propria percezione di sicurezza. Grazie a S.O.S., le autorità potranno modulare la risposta preventiva o repressiva in base alla frequenza dei reati e la politica adotterà le misure più adeguate alle esigenze oggettive di sicurezza.