La disoccupazione si tinge di grigio
Se avere un lavoro non è mai stato così difficile per un giovane, figurarsi le difficoltà per chi oggi ha più di 45 anni.
Negli ultimi tre anni i disoccupati over 45 sono infatti aumentati del 42,6%, giungendo al non invidiabile record di quasi un migliaio.
Gli over 45, anche a causa del prolungamento dell’età pensionabile, si trovano a competere con i ventenni per conquistare il lavoro che non c’è.
Chi ha più di 45 anni sembra abbandonato a sé stesso, senza tante speranze di trovare un lavoro. Ricevo e volentieri pubblico l’esperienza di una concittadina.
Due anni fa l’Azienda presso cui ero impiegata mi ha posto in mobilità secondo la L. 223/91.
Dopo 30 anni di ininterrotto lavoro di esperienza acquisita nell’ambito commerciale estero, a 50 anni suonati mi sono ritrovata a casa, senza il mio lavoro, alla ricerca di una nuova occupazione; ancora troppo giovane per “ambire” alla pensione ma ormai troppo vecchia per età ed esperienza per ricoprire ruoli e mansioni in molte aziende in particolare in quelle principalmente impegnate con l’estero.
Ho iniziato quindi, dopo un colloquio presso il Centro per l’impiego del mio Comune di residenza di presa in carico del mio stato di disoccupazione, di iscrizione alle liste di mobilità e di opportunità di ricerca di una nuova occupazione, la mia ricerca per un nuovo posto di lavoro iscrivendomi presso diverse Agenzie interinali e Agenzie di Selezione del personale presenti sul territorio e consultando siti predisposti alla ricerca di personale.
Devo riconoscere che per un colpo di fortuna (perché è di questo che si tratta) ho trovato quasi subito lavoro tramite agenzia interinale in una piccola azienda metalmeccanica all’ufficio estero, per una sostituzione di maternità. La sostituzione è terminata e dopo un anno sono di nuovo alla ricerca di un’altra occupazione.
Nel frattempo sono stata contattata dal Centro per l’impiego il quale mi ha invitato a partecipare al Seminario di presentazione di “Servizio specialistico per la realizzazione di interventi a favore della ricollocazione di lavoratori in CIG, in mobilità o che usufruiscono di altri ammortizzatori sociali in collaborazione con alcune Agenzie per il lavoro al fine di favorire l’incontro fra le aziende del territorio ed i lavoratori.
Domanda: perché affidarsi ad alcune Agenzie interinali per Seminari di questo tipo? Non sono i Centri per l’impiego preposti alla collocazione e ricollocazione nel mondo del Lavoro sul territorio?
Comunque mentre partecipavo a questo Progetto sono state presentate le azioni a livello individuale e di gruppo (progetto per 35 persone) che si sarebbero intraprese per accompagnare i lavoratori nella ricerca di una nuova occupazione come:
• Ricostruzione del profilo e delle esperienze personali e professionali utili alla determinazione del livello di occupazione: rielaborazione ed aggiornamento del proprio c.v. secondo gli standard europei. Francamente nei colloqui si e no che il c.v. viene letto …
• Monitoraggio del mercato del lavoro ed informazione sulle opportunità di lavoro disponibili sul territorio. La situazione è così critica che la ricerca si svolge ancora tramite “passa parola” consultazione di siti ed autocandidature.
• Preparazione e accompagnamento del lavoratore al/i colloquio/i di selezione con i referenti delle imprese e supporto informativo sulle condizioni di reinserimento. A questa età e dopo 33 anni di lavoro credo di potercela fare anche da sola, ma chissà non si è mai finito di imparare …
Ho sostenuto diversi colloqui, molti presso le agenzie, alcuni presso le aziende le quali, essendoci attualmente una offerta di personale enorme, richiedono moltissime competenze incentrate in una sola persona che spaziano dall’amministrativo al commerciale Italia/estero al marketing, flessibilità di orario, disponibilità a straordinari, contratti assolutamente a tempo determinato ma … offrendo minimi salariali che sicuramente non corrispondono alle competenze ed esperienze richieste, anche nel mio caso pur essendo iscritta alle liste di mobilità quindi con sgravi fiscali previsti per le aziende.
Ovviamente una volta resisi conto che non può esserci una sola persona che abbia tutte queste competenze, le aziende temo si orientino su quelle su cui possono ottenere maggiori detrazioni e facilitazioni “rinunciando all’esperienza pluriennale” che alla fine la persona acquisirà all’interno dell’azienda.
Non posso neanche dire che la mia difficoltà di trovare una ricollocazione sia dovuta alle mie scarse capacità sia linguistiche che organizzative o inerenti alla mia specializzazione sul mercato estero perché in tutti i colloqui che ho sostenuto sia nelle agenzie interinali sia nelle aziende non sono mai stata sottoposta a test o prove in lingua per verificare le mie capacità. Su che basi quindi prendono la decisione di assumere una persona anziché un’altra? Stipendio? Tipo di contratto? Sgravi fiscali? Residenza in zona? Età anagrafica?
Una volta la lunga permanenza in una azienda era sinonimo di capacità, affidabilità, serietà, costanza. Ora è visto come staticità, pigrizia, adattamento. Le aziende temono una professionalità “vecchia” non al passo con i tempi e difficoltà di capacità di inserimento in una nuova realtà per lavoratori di questa fascia di età.
Durante un colloquio presso l’azienda che avrebbe assunto naturalmente dopo un periodo di prova peraltro brevissimo (1 mese) mi sono dovuta sorbire le frustrazioni di una titolare che esprimeva tutto il suo disappunto perché non riusciva a trovare personale adatto, preparato, disposto a tutto pur di lavorare chiamando la mia indennità di mobilità un “diritto acquisito” che a suo parere dovrebbe decadere immediatamente se il lavoratore non accetta il primo lavoro proposto a qualsiasi condizione sia di mansione sia salariale.
Dopo averle precisato che avrei fatto volentieri a meno di questo “diritto acquisito” perché io avrei volentieri continuato a lavorare nell’azienda che poi mi ha posto in mobilità, e lo dimostrano i miei 30 anni di lavoro continuativi, senza interruzioni, mi sono congedata consapevole che la sua ricerca sarebbe durata ancora a lungo.
Ovviamente la mia ricerca è orientata anche verso contratti a tempo determinato, sostituzioni di maternità, malattia, infortunio ma mi sono resa conto che soprattutto negli ultimi mesi le aziende preferiscono temporeggiare e chiedere al personale dell’ufficio o reparto in questione di fare uno sforzo e accollarsi una parte del lavoro svolto dalla persona temporaneamente assente. Questo è stato l’esito di due ultimi colloqui in due agenzie interinali per due posizioni sempre relative ad ufficio commerciale estero che attualmente sembra essere di nuovo in crescita: “Mi spiace, l’azienda ha annullato la ricerca riorganizzando temporaneamente l’ufficio…”
La ricerca per trovare un nuovo posto di lavoro è esso stesso un lavoro a tempo pieno purtroppo non retribuito ma estremamente oneroso (telefono, benzina per spostamenti/colloqui, cancelleria, etc.) e frustrante perché difficoltoso nel raggiungere l’obiettivo.
Dovrei forse dare retta ad amici o come suggerito in alcune trasmissioni radiofoniche e/o televisive di lasciar perdere questa ricerca e reinventarmi un nuovo lavoro, una nuova attività …??!!
Intanto la mia ricerca continua …
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