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Più di cent’anni fa, Eduard Bernstein, maggior esponente del socialismo riformista, ci avvertiva che “sarebbe dar prova di un senso politico poco acuto imporre a favore degli operai comunali delle condizioni a tal punto superiori da farli trovare, nei confronti dei loro colleghi professionali, nella situazione di una categoria straordinaria di privilegiati e con la conseguenza, inoltre, che la produzione comunale diverrebbe molto più costosa di quella degli imprenditori privati. Un simile stato di cose non condurrebbe che alla corruzione e all’indebolimento dello spirito pubblico” (Socialismo e socialdemocrazia,1899).
Oggi, per rafforzare lo spirito pubblico è necessario recuperare il rapporto di fiducia tra cittadino e pubblica amministrazione. Il Comune è una macchina complessa che condiziona la nostra quotidianità. Il suo carburante è il talento e la competenza dei tanti dipendenti pubblici che, ogni giorno, lavorano per il buon funzionamento dell’Ente.
Scriviamo questo perché siamo solidali con i dipendenti riguardo alla confusione e alla disorganizzazione creata dall’amministrazione precedente. Ad esempio, è noto come l’ex sindaco abbia prima ampliato il suo già poderoso staff personale, poi deciso di ridurre l’orario di apertura dei servizi a Decima, causa temporanea mancanza di personale. In pochi mesi si sono presi tutto il tempo per fare, disfare, e rifare. Nell’ordine: 3 nuove assunzioni per lo staff del sindaco (di cui una come suo portavoce), riduzione orario URP a anagrafe al centro civico, discussione del disservizio in consulta a Decima, lettera ai cittadini (a spese nostre) per comunicare la soluzione del problema, ripristino dell’orario di apertura quasi come prima.
Crediamo sia necessario restituire ai dipendenti la serenità dell’ambiente di lavoro e riteniamo indispensabile la riorganizzazione della macchina comunale in modo da renderla più funzionale ai servizi svolti, aumentarne l’efficienza, ridurre la burocrazia, in un percorso virtuoso di trasparenza e responsabilità, verso una migliore pianificazione delle risorse umane.
Ciò è possibile solo ad una fondamentale condizione: che il comune scelga di riconoscere e valorizzare le dinamiche intercorrenti fra saperi codificati e saperi taciti attraverso una visione strategica del capitale umano. Nuova visione che a sua volta comporta l’integrazione di azioni di formazione formale con l’apprendimento on the job in un contesto lavorativo che favorisca lo sviluppo e il riconoscimento delle competenze.
Ecco perché noi civici proponiamo di investire su un programma di formazione continua basato sulle competenze, volto a sviluppare l’apprendimento individuale e collettivo dei lavoratori del comune. L’idea è quella di assegnare voucher sulla base di un progetto formativo personalizzato tarato su fabbisogni e aspettative del singolo lavoratore. Solo la sua partecipazione attiva e responsabile assicura il trasferimento dei contenuti formativi ai processi lavorativi, in una logica di miglioramento continuo delle relazioni di fiducia con i cittadini, clienti del servizio pubblico.
Il Comune è fatto per il cittadino e non i cittadini per il Comune.